DCCCCXCIXAnno diCristoDCCCCXCIX. Indiz.XII.SilvestroII papa 1.OttoneIII re 17, imperad. 4.Venne a morte in quest'anno nel dì 12 di febbraio, secondochè abbiamo dal suo epitaffio,Gregorio Vpapa, senza che alcuno degli antichi storici parli più precisamente di questo fatto. Egli era nel più bel fiore della sua gioventù, e probabilmente corse qualche sospetto che la fazion di Crescenzio avesse saputo trovar modo di sbrigarsi di un papa odiato da essi, parente dell'imperadore, e tanto assistito dalla potenza di lui. Leggesi anche oggidì nella basilica vaticana il suo epitaffio, rapportato da Pietro Mallio, dal cardinal Baronio, dall'Aringhi e da altri. Non dovea per anche essere abbastanza appagata l'ambizione diGerbertocoll'arcivescovato di Ravenna, contuttochè allora fosse quella chiesa una delle più riguardevoli e ricche della Cristianità. Venuta la vacanza della santa Sede, s'adoperò egli per ottenerla colla protezione ed autorità dell'imperadore, stato già discepolo suo: se pure lo stesso Ottone III quegli non fu che per avere un pontefice ben affetto e dipendente dai suoi cenni, il promosse a questa eccelsa dignità. Se si vuol prestar fede ad un diploma da me dato alla luce, nel primo dì di gennaio dell'anno presente si trovava esso Augusto in Verona[Antiquit. Ital., Dissert. LXVI.], dove concedette ai canonici di Parma per interposizione diSigefredo vescovoparmigianocurtem de Palationi, quae dicitur sancti Secundi, cum castello et villis. Siccome facilmente si osserva nelle antiche memorie, bene spesso sotto nome dicorteera compreso un territorio che avea castello e parrocchia sua particolare. Il diploma fu datokalendis januarii anno dominicae Incarnationis DCCCCXCIX, Indictione XIII,anno tertii Ottonis regnantis XVII, imperantis IIII. Actum Veronae.Ma queste note tutte convengono non al presente anno, ma bensì al susseguente; e sarà stato adoperato l'anno veneto e fiorentino, che durava nei primi mesi dell'anno millesimo della nostra salute. Comunque sia, era esso Augusto in Roma, allorchè accadde la morte di Gregorio V, oppure accorse egli frettolosamente colà a questo disgustoso avviso. Scrive il Cronografo sassone[Chronographus Saxo apud Leibnitium.]che nel dì 7 di febbraio di questo anno diede fine alla sua vitaMatilda, figliuola diOttone IAugusto, ed egregia badessa quindilinburgense, alla cui saviezza superiore al suo sesso, avea l'Augusto Ottone III lasciato il governo del regno germanico. Furono spediti ambasciatori per portare all'imperadore questa infausta nuova, i qualiRomam pervenientes praefactum imperatorem recenti nepotis sui papae Brunonis, qui romana lingua Gregorius dicebatur, obitu admodum moestum reperiunt. Era egli dunque in Roma, poco dopo la morte del papa, e quivi parimente il truovo nel dì 7 di maggio, ciò apparendo da un suo diploma[Antiquit. Italic., Dissert. LXXIII.]dato alla chiesa di Vercelli,nonis maii, anno dominicae Incarnationis DCCCCXCVIIII, Indictione XII, anno tertii Ottonis regis XV, imperatoris III. Actum Romae.È considerabile in esso diploma il dirsi:Damus omnia praedia Arduini filii Dodonis, quia hostis publicus adjudicatus episcopum Petrum vercellensem interfecit, et interfectum incendere non expavit.E pure questoArdoinofigliuolo di Dodone, oppur di Oddone, quel medesimo sembra essere stato che da qui a non molto vedremo re d'Italia, con essere caduta la corona del regno d'Italia in un sì crudele ed empio personaggio. Ora i buoni ufizii, oppure l'autorità di Ottone III Augusto, furono cagione cheGerberto, già arcivescovo diRems, poscia diRavenna, giugnesse a salire sulla cattedra pontifizia diRomanel dì due d'aprile,col prendere il nome diSilvestro II. È famoso quel verso, composto da lui, o da altri:Scandit ab R. Gerbertus ad R. post papa viget R.Egli ebbe per successore nella cattedra archiepiscopale di RavennaLeone abbatenonantolano.Era tuttavia viventeAdelaide, vedova di Ottone il Grande, intenta solo alle limosine e ad altre opere di pietà, per le quali si meritò poi d'essere annoverata fra i santi. Aveva ella, oltre ad altri monisteri, fondato fuor di Pavia l'insigne di san Salvatore. Al medesimo in quest'anno nel dì 13 di aprile, trovandosi ellainfra castrum, qui dicitur Asterna, judiciaria, alsasiense, cioè in Alsazia, fece una magnifica donazion di beni, che si legge nello strumento da me dato alla luce[Antiquit. Ital., Dissert. XXI, pag. 171.]. S'era la buona imperadrice portata in Borgogna per mettere la pace fra i sudditi diRodolfo IIre suo nipote, e per visitar quei luoghi santi. Infermatasi finalmente, piena di meriti, passò a miglior vita[Odilo in Vit. S. Adelheidis.]nel dì 16 di dicembre dell'anno presente, e onorata da Dio con varii miracoli, fu seppellita in Selts. Noi poscia troviamo l'Augusto Ottone nel celebre monistero di Subiaco, dove concede a Pietro monaco licenza di fabbricare una chiesa, con un diploma[Antiq. Italic., Dissert. LXVII.]datoIII idus augusti anno dominicae Incarnationis DCCCCXCVIIII, Indictione XII, anno tertii Ottonis regnantis XVI, imperantis IIII. Actum Sublaci in sancto Benedicto.Con altro suo diploma ordinò dipoi che il nobil monistero di Farfa non avesse in avvenire a concedersi in benefizio ossia in commenda ad alcuno. Esso privilegio[Chronic. Farfense, P. II, tom. 2 Rer. Ital.]fu datoV nonas octobrisdi questo anno,Indictione XII, anno regni XVI, imperii IV. Actum Romae.Son degne in questo diploma le seguenti parole:Nos quadam dieRomam exeuntes pro restituenda republica, cum marchione nostro Hugone, et concilia imperii nostri cum venerabili papa Silvestro secundo, et cum aliis nostris optimatibus, ibidem tractavimus.Questo Ugo era il marchese e duca di Toscana, talmente introdotto nella corte di Ottone III Augusto, che gli serviva non solamente di consigliere, ma in certa maniera anche da aio.Abbiamo poi da Leone ostiense[Leo Ostiensis, Chron., lib. 2, cap 15.]che in quest'annoLaidolfo principedi Capoa, perchè scoperto di aver tenuta mano nell'assassinamento diLandenolfosuo fratello, fu cacciato in esilio dall'imperadore Ottone, e sostituito in suo luogo daAdemarionobile capuano. Da un diploma ancora, rapportato nella Cronica del monistero di santa Sofia[Ughell., tom. 8 Ital. Sacr., in Appendic.], si scorge che esso Augusto era in BeneventoV idus novembrisdel presente anno, quivi ben trattato daPandolfo IIprincipe di quella città. E quando sussista questo documento, facilmente si potrà verificare ch'egli si trovasse prima in quella medesima cittàVII idus julii, nel qual giorno, scriveRoberto abbatetuiziense[Rupertus Tuitiensis, in Vita S. Heriberti.]che santoEribertofu consecrato arcivescovo di Colonia inBenevento, dove era la corte dell'imperadore. Anche il padre Bollando dubitò di questo giorno. Ma Ademario poco godette del suo principato di Capoa; perciocchè, secondo il suddetto Ostiense,paulo post, cioè quattro mesi dappoi, dai cittadini di Capoa fu discacciato, e in luogo suo fu creato principeLandolfo IVda sant'Agata, figliuolo diLandolfo IIIgià principe di Benevento. Tornato che fu Ottone III a Roma, tenne un riguardevol placito, rapportato dal padre Mabillone[Mabillon., Annal. Benedict.]e nella Cronica del monastero di Farfa[Chronic. Farfens., P. II, tom. 2 Rer. Ital.],anno, Deo propitio, pontificatus domni nostri Silvestri summi pontificis et universalissecundi papae primo, et imperii domni nostri tertii Ottonis, a Deo coronati, magni et pacifici imperatoris anno IIII, Indictione XIII, mense decembris die secunda.Litigavano fra loro l'abbate di FarfaUgoeGregorio abbatedei santi Cosma e Damiano, monistero postoRomae trans Tiberim in Mica Aurea, a cagione della cella di santa Maria in Minione. Davanti a papaGregorio Vs'era agitata questa causa,et tunc supradictus domnus Gregorius papa propter pecuniam, quam acceperat a Gregorio abbate, iratus est contra Hugonem abbatem, e il forzò a cedere. Dopo la morte di papa Gregorio reclamòUgo abbatedi Farfa davanti l'imperadore, in Roma nel palazzo imperiale; ed essendo stato più volte citato l'abbate Gregorio, e ricusando di comparire l'imperadore, col consiglio del giudici, diede il possesso di quella cella all'abbate di Farfa, con intimar la pena di cento libbre d'oro puro ai contravventori, da applicarsi,medietatem camerae imperatoris, et medietatem praefato monasterio sanctae Mariae in Pharpha. E ne fu fatto lo strumentopraecepto domni imperatoris, et consensu domni apostolici, sive judicum. Circa questi tempiPietro Orseolo IIdoge di Venezia, per attestato del Dandolo[Dandul., in Chron., tom. 12 Rer. Ital.], a requisizione diBasilioeCostantinoimperadori d'Oriente, mandò a CostantinopoliGiovannisuo figliuolo, che da loro ricevette molti onori e finezze. Ed allora fu, come scrive Cedreno[Cedrenus, in Hist., ad hunc annum.], che Basilio Augustoprincipi Venetiae nuptum tradidit filiam Argyri, sororem ejus Romani, qui post imperio potitus est, hoc modo gentem sibi devinciens Venetorum. Questo principe di Venezia altro non fu che il suddettoGiovanni, il quale, per attestato del medesimo Dandolo, fu dal popolo eletto doge e collega. Riconobbe lo stesso Dandolo queste nozze celebrate magnificamente in Costantinopoli, e chiama quella principessaMaria(Martaha un altro testo) nipote di Basilio, perchè nata da sua sorellamaritata con Argiro. Furono coronati gli sposi con diadema d'oro, e Giovanni onorato col titolo di patrizio, e regalato col corpo di santa Barbara, ch'egli portò con seco a Venezia. Scrive sotto questo anno Lupo Protospata[Lupus Protospata, in Chron.]chedescendit Trachamotus catapanus, qui et Gregorius, et obsedit civitatem Gravinam, et comprehendit Theophylactum. Davano i Greci in questi tempi il nome dicatapanoal governator generale degli stati che possedevano in Calabria e in Puglia: nome che Guglielmo pugliese ed altri stimarono derivato dalla greca favella, ma il Du-Cange[Du-Cange, in Not. ad Alexiad. et in Glossar. Latin.]ha creduto formato dal latinocapitaneus. La quistione non so io dire se sia per anche pienamente decisa. Dall'Ughelli[Ughell., Ital. Sacr., in Episcop. Comens.]è rapportato un diploma dato alla chiesa di Como da Ottone III colle seguenti note:Data VI kalendas julii, anno dominicae Incarnationis 999, imperii domni Ottonis XVI, Indictione XII.Spropositate affatto son queste note, siccome osservò il Coleti nella nuova edizion dell'Ughelli, ed avvertì anche il diligentissimoGotifredo abbategotwicense[Chron. Gotwicense, pag. 223.], il quale osserva qui ed altrove molte simili storture dei documenti recati da esso Ughelli.
Venne a morte in quest'anno nel dì 12 di febbraio, secondochè abbiamo dal suo epitaffio,Gregorio Vpapa, senza che alcuno degli antichi storici parli più precisamente di questo fatto. Egli era nel più bel fiore della sua gioventù, e probabilmente corse qualche sospetto che la fazion di Crescenzio avesse saputo trovar modo di sbrigarsi di un papa odiato da essi, parente dell'imperadore, e tanto assistito dalla potenza di lui. Leggesi anche oggidì nella basilica vaticana il suo epitaffio, rapportato da Pietro Mallio, dal cardinal Baronio, dall'Aringhi e da altri. Non dovea per anche essere abbastanza appagata l'ambizione diGerbertocoll'arcivescovato di Ravenna, contuttochè allora fosse quella chiesa una delle più riguardevoli e ricche della Cristianità. Venuta la vacanza della santa Sede, s'adoperò egli per ottenerla colla protezione ed autorità dell'imperadore, stato già discepolo suo: se pure lo stesso Ottone III quegli non fu che per avere un pontefice ben affetto e dipendente dai suoi cenni, il promosse a questa eccelsa dignità. Se si vuol prestar fede ad un diploma da me dato alla luce, nel primo dì di gennaio dell'anno presente si trovava esso Augusto in Verona[Antiquit. Ital., Dissert. LXVI.], dove concedette ai canonici di Parma per interposizione diSigefredo vescovoparmigianocurtem de Palationi, quae dicitur sancti Secundi, cum castello et villis. Siccome facilmente si osserva nelle antiche memorie, bene spesso sotto nome dicorteera compreso un territorio che avea castello e parrocchia sua particolare. Il diploma fu datokalendis januarii anno dominicae Incarnationis DCCCCXCIX, Indictione XIII,anno tertii Ottonis regnantis XVII, imperantis IIII. Actum Veronae.Ma queste note tutte convengono non al presente anno, ma bensì al susseguente; e sarà stato adoperato l'anno veneto e fiorentino, che durava nei primi mesi dell'anno millesimo della nostra salute. Comunque sia, era esso Augusto in Roma, allorchè accadde la morte di Gregorio V, oppure accorse egli frettolosamente colà a questo disgustoso avviso. Scrive il Cronografo sassone[Chronographus Saxo apud Leibnitium.]che nel dì 7 di febbraio di questo anno diede fine alla sua vitaMatilda, figliuola diOttone IAugusto, ed egregia badessa quindilinburgense, alla cui saviezza superiore al suo sesso, avea l'Augusto Ottone III lasciato il governo del regno germanico. Furono spediti ambasciatori per portare all'imperadore questa infausta nuova, i qualiRomam pervenientes praefactum imperatorem recenti nepotis sui papae Brunonis, qui romana lingua Gregorius dicebatur, obitu admodum moestum reperiunt. Era egli dunque in Roma, poco dopo la morte del papa, e quivi parimente il truovo nel dì 7 di maggio, ciò apparendo da un suo diploma[Antiquit. Italic., Dissert. LXXIII.]dato alla chiesa di Vercelli,nonis maii, anno dominicae Incarnationis DCCCCXCVIIII, Indictione XII, anno tertii Ottonis regis XV, imperatoris III. Actum Romae.È considerabile in esso diploma il dirsi:Damus omnia praedia Arduini filii Dodonis, quia hostis publicus adjudicatus episcopum Petrum vercellensem interfecit, et interfectum incendere non expavit.E pure questoArdoinofigliuolo di Dodone, oppur di Oddone, quel medesimo sembra essere stato che da qui a non molto vedremo re d'Italia, con essere caduta la corona del regno d'Italia in un sì crudele ed empio personaggio. Ora i buoni ufizii, oppure l'autorità di Ottone III Augusto, furono cagione cheGerberto, già arcivescovo diRems, poscia diRavenna, giugnesse a salire sulla cattedra pontifizia diRomanel dì due d'aprile,col prendere il nome diSilvestro II. È famoso quel verso, composto da lui, o da altri:
Scandit ab R. Gerbertus ad R. post papa viget R.
Scandit ab R. Gerbertus ad R. post papa viget R.
Egli ebbe per successore nella cattedra archiepiscopale di RavennaLeone abbatenonantolano.
Era tuttavia viventeAdelaide, vedova di Ottone il Grande, intenta solo alle limosine e ad altre opere di pietà, per le quali si meritò poi d'essere annoverata fra i santi. Aveva ella, oltre ad altri monisteri, fondato fuor di Pavia l'insigne di san Salvatore. Al medesimo in quest'anno nel dì 13 di aprile, trovandosi ellainfra castrum, qui dicitur Asterna, judiciaria, alsasiense, cioè in Alsazia, fece una magnifica donazion di beni, che si legge nello strumento da me dato alla luce[Antiquit. Ital., Dissert. XXI, pag. 171.]. S'era la buona imperadrice portata in Borgogna per mettere la pace fra i sudditi diRodolfo IIre suo nipote, e per visitar quei luoghi santi. Infermatasi finalmente, piena di meriti, passò a miglior vita[Odilo in Vit. S. Adelheidis.]nel dì 16 di dicembre dell'anno presente, e onorata da Dio con varii miracoli, fu seppellita in Selts. Noi poscia troviamo l'Augusto Ottone nel celebre monistero di Subiaco, dove concede a Pietro monaco licenza di fabbricare una chiesa, con un diploma[Antiq. Italic., Dissert. LXVII.]datoIII idus augusti anno dominicae Incarnationis DCCCCXCVIIII, Indictione XII, anno tertii Ottonis regnantis XVI, imperantis IIII. Actum Sublaci in sancto Benedicto.Con altro suo diploma ordinò dipoi che il nobil monistero di Farfa non avesse in avvenire a concedersi in benefizio ossia in commenda ad alcuno. Esso privilegio[Chronic. Farfense, P. II, tom. 2 Rer. Ital.]fu datoV nonas octobrisdi questo anno,Indictione XII, anno regni XVI, imperii IV. Actum Romae.Son degne in questo diploma le seguenti parole:Nos quadam dieRomam exeuntes pro restituenda republica, cum marchione nostro Hugone, et concilia imperii nostri cum venerabili papa Silvestro secundo, et cum aliis nostris optimatibus, ibidem tractavimus.Questo Ugo era il marchese e duca di Toscana, talmente introdotto nella corte di Ottone III Augusto, che gli serviva non solamente di consigliere, ma in certa maniera anche da aio.
Abbiamo poi da Leone ostiense[Leo Ostiensis, Chron., lib. 2, cap 15.]che in quest'annoLaidolfo principedi Capoa, perchè scoperto di aver tenuta mano nell'assassinamento diLandenolfosuo fratello, fu cacciato in esilio dall'imperadore Ottone, e sostituito in suo luogo daAdemarionobile capuano. Da un diploma ancora, rapportato nella Cronica del monistero di santa Sofia[Ughell., tom. 8 Ital. Sacr., in Appendic.], si scorge che esso Augusto era in BeneventoV idus novembrisdel presente anno, quivi ben trattato daPandolfo IIprincipe di quella città. E quando sussista questo documento, facilmente si potrà verificare ch'egli si trovasse prima in quella medesima cittàVII idus julii, nel qual giorno, scriveRoberto abbatetuiziense[Rupertus Tuitiensis, in Vita S. Heriberti.]che santoEribertofu consecrato arcivescovo di Colonia inBenevento, dove era la corte dell'imperadore. Anche il padre Bollando dubitò di questo giorno. Ma Ademario poco godette del suo principato di Capoa; perciocchè, secondo il suddetto Ostiense,paulo post, cioè quattro mesi dappoi, dai cittadini di Capoa fu discacciato, e in luogo suo fu creato principeLandolfo IVda sant'Agata, figliuolo diLandolfo IIIgià principe di Benevento. Tornato che fu Ottone III a Roma, tenne un riguardevol placito, rapportato dal padre Mabillone[Mabillon., Annal. Benedict.]e nella Cronica del monastero di Farfa[Chronic. Farfens., P. II, tom. 2 Rer. Ital.],anno, Deo propitio, pontificatus domni nostri Silvestri summi pontificis et universalissecundi papae primo, et imperii domni nostri tertii Ottonis, a Deo coronati, magni et pacifici imperatoris anno IIII, Indictione XIII, mense decembris die secunda.Litigavano fra loro l'abbate di FarfaUgoeGregorio abbatedei santi Cosma e Damiano, monistero postoRomae trans Tiberim in Mica Aurea, a cagione della cella di santa Maria in Minione. Davanti a papaGregorio Vs'era agitata questa causa,et tunc supradictus domnus Gregorius papa propter pecuniam, quam acceperat a Gregorio abbate, iratus est contra Hugonem abbatem, e il forzò a cedere. Dopo la morte di papa Gregorio reclamòUgo abbatedi Farfa davanti l'imperadore, in Roma nel palazzo imperiale; ed essendo stato più volte citato l'abbate Gregorio, e ricusando di comparire l'imperadore, col consiglio del giudici, diede il possesso di quella cella all'abbate di Farfa, con intimar la pena di cento libbre d'oro puro ai contravventori, da applicarsi,medietatem camerae imperatoris, et medietatem praefato monasterio sanctae Mariae in Pharpha. E ne fu fatto lo strumentopraecepto domni imperatoris, et consensu domni apostolici, sive judicum. Circa questi tempiPietro Orseolo IIdoge di Venezia, per attestato del Dandolo[Dandul., in Chron., tom. 12 Rer. Ital.], a requisizione diBasilioeCostantinoimperadori d'Oriente, mandò a CostantinopoliGiovannisuo figliuolo, che da loro ricevette molti onori e finezze. Ed allora fu, come scrive Cedreno[Cedrenus, in Hist., ad hunc annum.], che Basilio Augustoprincipi Venetiae nuptum tradidit filiam Argyri, sororem ejus Romani, qui post imperio potitus est, hoc modo gentem sibi devinciens Venetorum. Questo principe di Venezia altro non fu che il suddettoGiovanni, il quale, per attestato del medesimo Dandolo, fu dal popolo eletto doge e collega. Riconobbe lo stesso Dandolo queste nozze celebrate magnificamente in Costantinopoli, e chiama quella principessaMaria(Martaha un altro testo) nipote di Basilio, perchè nata da sua sorellamaritata con Argiro. Furono coronati gli sposi con diadema d'oro, e Giovanni onorato col titolo di patrizio, e regalato col corpo di santa Barbara, ch'egli portò con seco a Venezia. Scrive sotto questo anno Lupo Protospata[Lupus Protospata, in Chron.]chedescendit Trachamotus catapanus, qui et Gregorius, et obsedit civitatem Gravinam, et comprehendit Theophylactum. Davano i Greci in questi tempi il nome dicatapanoal governator generale degli stati che possedevano in Calabria e in Puglia: nome che Guglielmo pugliese ed altri stimarono derivato dalla greca favella, ma il Du-Cange[Du-Cange, in Not. ad Alexiad. et in Glossar. Latin.]ha creduto formato dal latinocapitaneus. La quistione non so io dire se sia per anche pienamente decisa. Dall'Ughelli[Ughell., Ital. Sacr., in Episcop. Comens.]è rapportato un diploma dato alla chiesa di Como da Ottone III colle seguenti note:Data VI kalendas julii, anno dominicae Incarnationis 999, imperii domni Ottonis XVI, Indictione XII.Spropositate affatto son queste note, siccome osservò il Coleti nella nuova edizion dell'Ughelli, ed avvertì anche il diligentissimoGotifredo abbategotwicense[Chron. Gotwicense, pag. 223.], il quale osserva qui ed altrove molte simili storture dei documenti recati da esso Ughelli.